domenica 30 giugno 2013

Il primo inganno

Una sera d’autunno del 1987 ero uscito a cena con i colleghi della cooperativa e al ritorno mi fermai in campagna per un controllo, perché lì avevo tutte le attrezzature che mi servivano per lavorare. Quando arrivai vidi luccicare la rampa dello scantinato: la luce della luna si rifletteva su quella che sembrava essere diventata lo scivolo di una piscina. Avvicinandomi notai che avrei potuto farci non solo il bagno, ma anche tranquillamente le immersioni. Mi misi le mani nei capelli e ritornai a casa da mia moglie. Il giorno dopo i pompieri si rifiutarono di intervenire in quanto non si trattava di un’abitazione. Dovetti affittare delle pompe per mungere tutta l’acqua che si era accumulata nell’interno. Tutto a nostre spese ovviamente. Era franato anche il pozzo di recupero, non idoneo a contenere una simile portata di acqua piovana. Mai avevo pensato che un allagamento da quelli parti potesse raggiungere tali dimensioni: nello scantinato ci stavano circa cinquecento metri cubi di acqua.
Mi recai in comune e tempestivamente inviai una lettera raccomandata a tutti i proprietari limitrofi, invitandoli a riaprire i canali di scolo, così come erano originariamente. Ricevetti un solo riscontro da parte di uno che scrisse di non ricordarsi neppure dell’esistenza di quel canale. Il Sindaco di allora, divenuto poi onorevole, mi rincuorò di non preoccuparmi che avrebbero provveduto loro a sistemare ogni cosa. Fu la prima presa in giro perché non mossero neppure un dito.
L’anno successivo ci fu il terzo allagamento. Con il secondo di inizio anno mi arrangiai da solo, essendo che fu di dimensioni ridotte. Non mi scoraggiai e andai avanti lo stesso a costruire perché, fiducioso delle parole dell’amministrazione comunale, confidavo nella soluzione del problema attraverso l’intervento degli enti competenti. Ma ahimè, non avevo idea della voragine che si stava aprendo e che con il passare degli anni avrebbe risucchiato insieme all’acqua ogni mio sacrificio che avevo sostenuto per realizzare la casa in campagna nella mia amata terra. Questo perché non sapevo con quale gentaglia avevo a che fare.
M. Certo, mica si allagava casa loro. Non a caso si dice che piove sempre sul bagnato.
Ogni volta mi toccava ripagare i danni e ricominciare daccapo. Mi stavano ingannando e io ci cascavo come un pollo.
 
 

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