domenica 23 giugno 2013

Dai dodici anni in su

        All’età di dodici anni fui mandato in seminario dove rimasi per circa un anno e mezzo, mentre mio padre lavorava in Germania alle dipendenze della Volkswagen. Interrotti gli studi mi misi a lavorare con mio padre nell’impresa artigiana da lui avviata. La crisi ci costrinse a lasciare l’Italia e nel Gennaio del 1970 con la mia famiglia al completo parto per la Germania. Mio padre non voleva che stessi chiuso in casa così chiese ad alcuni colleghi di accompagnarmi a vedere la partita, di modo che potessi apprendere anche un po’ di tedesco. Mi ritrovai su di una macchina nuova di zecca con i colleghi di lavoro di mio padre, quando la stessa a causa di un incidente finì accartocciata contro il muro. Io ero inzuppato di benzina, tutto rotto di dentro ma senza che si vedesse una goccia di sangue. Sul giornale mi avevano dato per morto. Ero incastrato tra le lamiere, mi hanno tirato fuori dal finestrino laterale posteriore e trasportato all'ospedale son finito per la seconda volta sotto i ferri con tanto di asportazione della milza. Tra l'altro il giorno dopo era pure il mio compleanno: compivo 16 anni. Alla fine dell'anno ritornammo al nostro paese nella speranza di riprendere a lavorare in qualche ditta.
La notte del sette maggio del 1972 raggiunsi la Svizzera accompagnato da mio padre che mi presentò ad alcuni compaesani, i quali mi avrebbero tenuto d’occhio. In quell’ambiente dai modi riservati e meticolosi, fui preso di buon occhio dal mio nuovo datore di lavoro. Percepivo un buon stipendio ma il lavoro era rischioso: montavo i tetti. Ogni tanto qualcuno volava di sotto. Scaduto il permesso stagionale ritornai al paese con una nuova esperienza sulle spalle. Ripresi a lavorare con mio padre.


 
 
 
 

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