Nel
76 in pizzeria ho conosciuto la donna che in seguito sarebbe diventata mia
moglie. Io e Donata ci siamo fidanzati l’anno successivo e a Natale siamo scesi
insieme in Puglia con un Pio, il mio amico riminese. In quell’occasione conobbi
i suoi genitori. Nell’aprile del 1978, nel pieno della vicenda Moro, ci sposammo
e nel 1979 nacque Luca. Da allora si rifecero sentire i miei problemi con
l’addome: non riuscivo più a mangiare come prima e cominciai a perdere peso.
Dovetti sottopormi ad un nuovo intervento chirurgico a Mesagne e ad altre
trasfusioni. Erano anni felici anche se duri.
Nel
1980 fummo convocati in assemblea dal direttore dell’azienda, il quale ci
propose di entrare nella società. Io fui tra quelli favorevoli alla nuova
operazione, solo che avevo problemi economici e non sapevo come fare per
contribuire con la quota. Fui rassicurato dai vertici: avrebbero provveduto
loro a fare da garanti per un prestito bancario. Così divenni io industriale e
qualche collega invidioso. Per liquidare quanto prima il debito con l’istituto
di credito facevo degli straordinari e venni attaccato anche per questo. Mi
isolarono mentre io cercavo di non farci troppo caso e andavo avanti a fare il
mio lavoro, finché decisi di andarmene e con i soldi investiti mi comprai il
mobilio per la mia casa.
Nel
1981 con lo scontro delle Falkland l’azienda entra in crisi e arriva a perdere
buona parte delle sue commesse con l’Argentina. Finimmo in cassa integrazione
per sei mesi e per il ridimensionamento del personale fu offerto del denaro a
chi era disposto a licenziarsi. Io fui tra quelli che accettò. Non avrei potuto
riprendere l’attività di muratore in quanto il clima di Rimini con la sua
umidità e il freddo non me lo avrebbe permesso. Decidemmo di ritornare al sud e
così acquistammo un terreno alle porte di Mesagne per edificare la nostra futura
casa. Se ai tempi mi avessero lasciato costruire lì ora non mi troverei in
queste condizioni.
periodo con una spruzzata di felicità letto molto volentieri buon lavoro <3
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