Anno 1960. In zona
Grutti non avevamo ancora l’elettricità e si cenava a lume di candela. Si
parlava e si scherzava. Io facevo i compiti e imparai a leggere l’orologio.
C’era più armonia, non come adesso che si fa fatica a star dietro alla
famiglia.
Negli anni a venire con
i compagni di gioco si era sempre uniti e ci si divertiva nella cava, prima che
venisse chiusa. In campagna si andava per rane e girini nei canali, ma a volte
capitava di fare brutti incontri con i serpenti e allora si scappava via di
corsa. Oppure ci arrampicavamo sugli alberi in cerca dei nidi per vedere gli
uccellini. Ci si divertiva con poco, non come oggi che per tener buoni i figli
bisogna dargli in mano la playstation. Ai nostri tempi non c’era violenza e non
si usavano droghe.
La sera ci si riuniva
in strada tutti seduti intorno a una persona anziana che raccontava storie di
vita vissuta. Si rimaneva seduti ad ascoltare. I genitori erano severi e non ci
permettevano né di alzare la voce né di reclamare. Si mangiava quel che veniva servito in tavola
senza tante storie. C’era quel rispetto da parte dei figli verso i genitori che
oggi ormai manca in quasi tutte le famiglie.
Maggio 1963. È ricordato
come l’anno in cui l’acqua pubblica giunge in zona Grutti, in contemporanea all’evento
straordinario dell’esposizione della madonna di Fatima, giorni di sole e di
divertimento per noi ragazzini, ma quando arrivò il momento di portare via la
madonna di Fatima il cielo si oscurò e cominciò a piovere a dirotto per 3
giorni di seguito, finché si decisero a costruire la chiesetta. Cessò di
piovere. Nel 1964 verrà aperta al pubblico.
Erano anche gli anni in
cui si mandava sui treni la frutta al nord. Noi ragazzi andavamo alla stazione e
ci posizionavamo nei pressi dei vagoni da caricare, nell’attesa che qualche
cassetta cadesse o qualche melone si rompesse: così ce lo passavano e andavamo
a mangiarlo tutti insieme.
La stagione della
spensieratezza per me finisce presto perché mio padre mi portò con lui a lavorare.
A 13 anni lasciai la scuola e non smisi più di lavorare.
La chiesa di Fatima, una delle venti di Mesagne, poco nota.
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