La sera del 30 agosto 1999
ricominciò a piovere di brutto, tanto che la notte non riuscimmo a chiudere
occhio per la preoccupazione di ritrovarci di nuovo a bagnomaria. Il livello
dell’acqua ricominciò a salire e l’indomani eravamo di nuovo sommersi
dall’acqua. Nell’indifferenza di tutti ricevetti a casa un giornalista che poi
pubblicò un articolo sulla mia vicenda. L’Amministrazione Comunale anziché
aiutarmi vergognosamente sostenne, come riportato nell’articolo di giornale,
che «ci saremmo visti in tribunale in occasione del dibattimento». Il motivo
credo sia dovuto al fatto che i pompieri in seguito all’allagamento inviarono
un esposto al Comune, al Prefetto e alla Procura e io per questo fui invitato
in Comune dal Sindaco, il quale mi attaccò dicendo che non avrei dovuto
chiamare i pompieri ma avvisare lui, e che me l’avrebbe fatta pagare. Gli
risposi che fu opera dell’avvocato, nel senso che il mio legale aveva chiesto
informazioni in merito.
Il sindaco allora mandò la
sua segretaria in protocollo per verificare che vi fosse la lettera del mio
avvocato e al suo ritorno quest’ultima fece un cenno con il capo al sindaco per
fargli capire che la lettera c'era. Io me accorsi con la coda dell'occhio e lui
cambiò espressione.
Si rese conto
dell’infondatezza delle sue accuse dopo aver constatato che la lettera c’era.
Smorzò i suoi toni minatori e decise di scaricarmi alla P. P., la
quale pensai fosse la dirigente dei servizi sociali. Credetti in un rimorso di
coscienza da parte sua. Il colmo fu che quando scesi giù questa persona risultò
essere in ferie e dovevo aspettare il suo ritorno non prima di due
settimane.
Nel frattempo ci fu
l’udienza dove si dovevano presentare i testimoni. La signora C. A., dirigente
di Legambiente, si propose da sola nel 1996, quando conobbe il geometra F.. A
costui fu richiesta da parte del mio legale una perizia. Il comune lo cominciò
a ostacolare ed egli mi diede indietro tutti i documenti scusandosi, che lui
doveva lavorare. Lo ringraziai per la sincerità e andai via. Al momento di
testimoniare anche la signora C. cominciò a tirarsi indietro con la scusa
che non ricordava più nulla perché era trascorso troppo tempo. Compresi che
anche lei aveva subito pressioni.
Presi un appuntamento con
due dirigenti nella sede di Legambiente, sperando in un loro sostegno. La
Candita non si era più resa disponibile.
Il giorno successivo mostrai loro tutta la problematica relativa ai
canali inesistenti e a solchi che si erano sostituiti ai canali; i due mi
diedero ragione, senza tuttavia esporsi quando sarebbe stato il momento.
Lottano per il rispetto dell’ambiente e poi non hanno il coraggio di mettersi
contro chi non lo tutela. Si limitarono a inviarmi un giornalista. Continuai a
riparare i danni lavorando sodo, nella speranza di trovare delle soluzioni.
nel 2008 stesso posto nessuno aveva fatto nulla
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