Con il nuovo
insediamento del sindaco M. S. , cerco di portare a conoscenza la mia storia,
sul principio mi rassicurò invitandomi a ritornare dopo qualche settimana.
Trascorsi più giorni mi ripresentai da lui per essere attaccato. A suo dire la
colpa sarebbe stata mia! Incazzassimo, prendo e me ne vado.
La maledizione dell’acqua mi
colpisce di nuovo il 30-12-2002 con un altro allagamento. Nonostante le
proteste popolari nulla si smosse. Diversi furono i punti del paese a
ritrovarsi come me allagati: negozi, abitazioni e la Basilica della chiesa del
Carmine. La gente cominciò a lamentarsi. Ancora una volta il comune ci lasciò a
combattere da soli contro muri di gomma. Il Prefetto dov’era ? Come mai non prese seri
provvedimenti? Il comune continuava a dimostrare di non essere all’altezza della situazione e il
Prefetto se ne fregava.
Il padre Carmelitano, portavoce del Comitato allagati e
padre della Basilica del Carmine, oltre che litigare con l’ingegnere del Comune R. M., sollecitò l’intervento del prefetto, anche lui
senza ottenere risultati. Io tornai dal sindaco per chiedere la relazione
tecnica del nuovo allagamento. Venni di nuovo scaricato alla B., la quale con l’Ufficio Tecnico non c’entra niente essendo quest’ultima dei Servizi Sociali. Anche
lei farà la sua telefonatina al Sindaco e mi liquiderà prendendosi tutto il
tempo che le necessitava per far sì che io mi arrendessi e non mi rivolgessi più
a loro.
Incazzassimo presi carta e penna e feci un esposto alla
Procura di Brindisi, ravvisandola di prendere provvedimenti e che del prossimo
allagamento l’avrei ritenuta
responsabile. Il 5-2-2003 mi decisi a presentare l’esposto alla procura di Brindisi, come mi
era stato suggerito dal Prefetto nel 1996. La mia denuncia fu anche riportata
da giornale.
Ricominciai con il chiamare i vigili del fuoco, salvare il
salvabile e ripristinare la casa per poterci vivere senza alcun sostegno da
parte del Comune. I debiti aumentavano perché con il moltiplicarsi dei danni
non riuscivo più a starci dietro. Quando dovevo rimediare ai danni subiti dagli
allagamenti mi toccava stare anche un mese senza lavorare per ripristinare e
rimettere tutto a posto. Non ce la facevo più a starci dietro. Mi sentivo come
Sisifo.
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