A Febbraio,
2013, ho chiesto il documento 335 CPP alla procura di Udine per conoscere chi
era il magistrato che portava avanti la procedura degli allagamenti di Mesagne.
Come mi indicò il magistrato di Brindisi non dovevo più andare giù in Salento
per richiederlo: visto che erano passati cinque anni da quando risiedevo ad
Udine. Hanno rifiutato comunque la mia domanda e mi hanno detto che essendo una
regione indipendente non ne aveva la possibilità. A questo punto, il 1 Marzo ho
inviato un ennesimo esposto alla Procura di Brindisi e per conoscenza, anche
alla procura di Udine. Non ho comunque ricevuto nulla, sempre nell’indifferenza
della mia persona. Dopo poche settimane mi hanno contattato degli amici da
Mesagne e mi hanno avvisato che era uscito un articolo sul giornale riguardo
gli allagamenti. Con grande piacere visi che si stava muovendo qualcosa, ma
dopo aver letto l’articolo sono rimasto sbalordito. Il comune, l’ANAS, e la
Provincia erano state condannate e dovevano risarcire i danni ai cittadini che
avevano subito gli allagamenti. Questi, tranne me avevano vinto la causa, ma
per essere risarciti dovevano aspettare il processo penale! I soldi comunque
non venivano pagati dal comune, perché in quel periodo era assicurato dall’Assitalia.
Com’è possibile che un processo civile sia finito prima di uno penale, del
quale non si hanno ancora notizie? L’avvocato Morgrse all’inizio ci doveva tutelare tutti e 125, ma
invece di portarci davanti al tribunale civile, ci portò al penale. Perché, questo
processo non lo si doveva fare? Nel 2007 si tentò di archiviare il caso, ma io
pronto lo feci riaprire. A questo punto il figlio prese in tutela solo cinque
persone, tutte della casta, tra le 125 e le portò questa volta davanti al
civile e gli fece vincere la causa. Ancora più infuriato, il 9 Aprile, ho
inviato una raccomandata al Giudice che presenziò la causa De Mastro, per
metterlo a conoscenza della mia storia, e per avere notizie in merito al
processo penale. Non ho comunque mai avuto notizie. Com’è possibile che chi ti
tede tutelare, invece, ti lascia nell’indifferenza? Eppure siamo noi che li
paghiamo i loro stratosferici stipendi. Un domani sperò che l’avvocato in
Salento abbia un po’ di coscienza e che mi dia la possibilità di aver ancora fiducia
nel prossimo e nella giustizia. Adesso non faccio altro che tirare a campare,
qui a Udine, lontano dalla mia amata terra, nel mio camper. Spero che qualcuno,
leggendo questa storia, apra la propria coscienza, affinché possa capire cosa è
la giustizia oggigiorno e che ne tragga consigli per non incappare nei miei
stessi errori. Tutte quante queste persone sono latitanti quando si tratta di
dare spiegazioni e di prendersi le proprie responsabilità; e quando devono
pagare i loro errori, queste amministrazioni dello Stato, sono tutte tutelate.
Noi invece siamo costretti a pagare senza avere la possibilità di reclamare,
dobbiamo stare zitti senza ricevere i nostri diritti. Non hanno alcun rispetto
per le dignità altrui, distruggendo così le famiglie e i loro beni. Mettono la
gente in condizioni tali a fare scelte che non vorremo mai pensare. Mi auguro
di trovare la giusta strada, con l’aiuto di amici, per riprendermi quello che
ho perso e anche la mia dignità, più volte infangata. Non abbandonerò mai la
mia lotta intrapresa per i miei diritti e spero di riuscire, un domani, a
rifarmi una nuova vita.
Dopo tanto travaglio ero riuscito a costruirmi una casa tra i campi nella mia amata terra, la Puglia salentina, ma non avendo fatto i conti con la giustizia ora mi ritrovo isolato dentro un camper. In questo blog intendo narrare la mia vicenda fino in fondo per capire dove posso aver sbagliato e cercare tra i miei eventuali errori la via del rimedio. Blog a cura di Angelo Dimastrodonato e Marinella Carione.
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