giovedì 8 agosto 2013

Imperturbabilità politica



 Come consigliato dal Presidente della Repubblica inviai tutti i miei documenti al CSM (Consiglio Superiore Magistratura). Aspettai per ben quattro mesi, poi, il 4 Aprile del 2011 telefonai per sapere a che punto era la pratica. Mi chiesero di fare un fax e di inserire il numero della pratica che loro stessi mi fornirono precedentemente per telefono. Dopo che inviai il fax passò molto tempo, e non avendo risposte decisi di recarmi direttamente alla sede a Roma. Mi presentai in segreteria chiedendo di parlare con un magistrato responsabile, ma anche questo mi venne negato dicendomi che la pratica sarebbe stata pronta entro la fine di Marzo. Non capii però di quale anno! Attesi ancora un bel po’ poi feci un ulteriore sollecito. Sempre nella totale indifferenza decisi di chiedere nuovamente aiuto al Presidente della Repubblica. L’11 Maggio mi risponde nuovamente di fare la richiesta al CSM per avere le risposte (Ma non e lui il capo del CSM? Perché non la fa lui la domanda?). A questo punto feci un’ulteriore sollecito al CSM e gli allegai anche la lettera del Presidente. Non fruttò nulla neanche quest’ulteriore richiesta e decisi di ritornare a Roma sperando di essere ricevuto, questa volta, . Non fu così, spesi soltanto nuovamente soldi per il viaggio, e già non ne avevo.
Scrissi nuovamente al Presidente della Repubblica, ringraziandolo per l’aiuto che non mi aveva dato e per le condizioni in cui ancora riversavo, infatti mi ritrovavo ancora a vivere in un camper, comprato con i pochi soldi che mia moglie mi aveva lasciato per il divorzio, sempre grazie allo Stato. Non ebbe nemmeno il riguardo di rispondermi. Sono sempre stato nell’indifferenza di chi dovrebbe tutelarci. Il 13 Dicembre 2011 cercai di fare un ultimo tentativo. Andai a Brindisi e chiesi il fascicolo 335 CPP, su cui è riportato chi porta avanti la causa e se è aperta o no, e in più anche un certificato penale. Parlai con un magistrato e mi disse che per la richiesta dei documenti ci volevano almeno 20 giorni, ma io non potevo fermarmi, perché non ne avevo la possibilità. Feci così una richiesta per iscritto, così che potessero mandarmi i documenti richiesti via e-mail. Mail mai ricevuta. Mentre magistrati ed avvocati erano a festeggiarsi il Natale con la famiglia io ero solo nel mio camper, a gelare sotto zero, chiedendomi che fine avesse fatto anche questa e-mail.
Esasperato, il 9 Febbraio del 2012 presentai un esposto alla procura della Repubblica di Udine contro lo Stato Italiano e contro le inettitudini delle istituzioni, denunciando il fatto della procura di Brindisi, che non mi aveva fornito i documenti e che non mi rispondeva riguardo la causa degli allagamenti, il CSM perché non mi forniva informazioni e in più denunciai il ministero della sanità, perché, per colpa di dottori e amministrazioni, la mia salute era peggiorata; avevano addirittura falsificato il mio certificato medico riguardo l’epatite. Chiesi anche notizie riguardo la denuncia che feci all’ospedale Palmanova. Fu anche questa un’altra denuncia che non servì a nulla, in quanto nessuno mi rispose.

Solidarietà comunale

I soldi che avevo da parte non durarono in eterno e una volta finiti, il 21 Maggio del 2012, chiesi aiuto al Comune di Cervignano, perché con 160 euro al mese era impossibile vivere, pure abitando in camper. Mi risposero dopo due mesi (per loro io in tutto quel tempo potevo non mangiare) e mi dissero di rivolgermi dall’assistente sociale. Non chiedevo chissà che cosa, infatti le chiesi se poteva trovarmi un lavoro come l’anno precedente e una stanzetta in cui passare l’inverno. Gli fornii ancora i documenti richiesti e mi mandò all’ufficio del lavoro, a fare richiesta per lavoro di pubblica utilità. Passai, aspettando, altri due mesi, ma non vedendo nessuna risposta inviai una e-mail al Prefetto, chiedendogli aiuto, ma mi rispose che lui non poteva fare nulla, e che mi ero rivolto alle persone giuste (comune). Passarono altri quattro mesi. Erano già otto mesi che ero senza soldi! Il 20 Settembre del 2012 non ricevendo ancora risposte né Comune, né dall’assistente sociale, inviai una raccomandata al Sindaco, per sapere se erano intenzionati o no ad aiutarmi. Dopo altro tempo mi recai direttamente dall’assistente sociale, che mi indirizzo dall’Assessore. Presi appuntamento e con mia meraviglia quest’ultimo non era al corrente di nulla, essendo entrato da poco nell’amministrazione. Finalmente il 26 Novembre mi dissero che mi avrebbero aiutato, ma a cominciare dal mese prossimo. Erano passati 7 MESI da quando chiesi aiuto! Sta gente l’aiuto te lo da quando sei morto! Mi ritrovai a passare ancora un inverno in camper, pregando che non facesse freddo come l’anno precedente. L’acqua mi si congela molti giorni all’interno del camper, e la stufa si era guastata, e non avevo più soldi per le riparazioni. I primi di marzo mi recai in banca per prelevare i soldi dell’aiuto del Comune, siccome non ne avevo più. Allo sportello della banca scoprii che i soldi non c’erano: il comune mi aveva promesso sei mesi di aiuto, invece ne avevano mantenuti solo due! Andai dall’assistente sociale e mi viene detto che la responsabile non c’era, e dovevo prende appuntamento. Mi avrebbero telefonato. Aspettai fino a due settimane ma non mi chiamarono. Alla terza tornai dall’assistente sociale e come al solito mi riferì che non ne sapeva nulla, e telefonò a una sua collega, che mi avvisò che i soldi erano in banca e potevo ritirarli. Andai, tranquillizzato, in banca, ma i soldi ancora non c’erano! Infuriato scrissi un’altra raccomandata al sindaco e dopo altre due settimane mi chiamarono e mi dissero che i soldi erano stati trovati e potevo andarli a ritirare. Dopo un mese mi riabbonarono il mandato. Ci furono altre discussioni e alla fine mi avvisarono che mi avrebbero girato i soldi per altri tre mesi. Questo secondo voi il modo giusto di aiutare una persona in difficoltà? Eppure avevo chiesto anche un lavoro, ma per farmela pagare per le mie lamentele riguardo il precedente lavoro che mi rovinò ulteriormente il piede non me lo diedero. Non mi diedero neanche la stanza che avevo chiesto, e passai così un altro inverno sotto zero.




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