sabato 3 agosto 2013

Il 2007, l’anno più nero che più nero non si può



Credevo andando al nord i problemi fossero di meno e invece aumentano

Il 2007, l’anno più nero che più nero non si può.   1° parte

Nel luglio del 2006 trovo l’appartamento. Do la caparra e ci mettiamo d’accordo per entrarvi in agosto durante le ferie, avendo così il tempo necessario per traslocare.

Dopo solo due settimane ricevo la telefonata del titolare dell’agenzia, il quale mi avvisa che l’appartamento si era allagato!
- Ma dai, com’è possibile?

- Il colmo eh…

Uno dei visitatori aveva lasciato l’acqua del rubinetto aperta. Pretesi cambiassero il parquet in quanto si era sollevato.
La maledizione dell’acqua continua anche qua. Cominciai a imbiancare e a montare tende e scaffali in garage. Furono due settimane tremende e tutto trasportato con l’auto per risparmiare. A settembre si arrivò alla stipula dal notaio e prima di firmare il proprietario mi dei documenti riguardanti le funzioni amministrative di condominio e a chi rivolgerci in caso di bisogno.

Da parte mia lo avviso che ci sono delle disfunzioni: il puzzo di un tombino posto sotto la mia cucina, il pavimento, le finestre e il muro di casa erano imbrattate di vernice della parete esterna. Mentre hanno imbiancato la facciata esterna non hanno avuto cura di proteggere i serramenti e gli schizzi di vernice non si sa come sono arrivati fino al pavimento.

Passarono i mesi senza che provvedesse a sistemare i serramenti, come aveva firmato davanti al notaio.

- Sempre la stessa storia. Le firme ormai non servono a nulla. Sono solo un benestare a non rispettare i patti.

Presto scoprirò che sotto sotto vi era stata una grave mancanza da parte del proprietario: mi era stato nascosto che vi era un ordinanza sindacale di non usare l’acqua in quanto era contaminata.

- Come era contaminata?
- Atrazina, residui di tutti i pesticidi che si buttano nei campi.
- Scusa, ma non dovevate avere l’acqua potabile?
- Il paese riforniva di acqua potabile solo qualche zona. Per il resto l’acqua veniva su direttamente dai pozzi. In base ad uno studio del ministero della salute se ne potevano fare solo usi specifici.

Me ne accorsi perché io e i miei familiari cominciammo ad avere problemi di stomaco e da qui partirà una denuncia alla finanza. A distanza di tempo chiesi il 335CPP per sapere chi stava portando avanti il procedimento. Con meraviglia lessi che fu archiviato.

Dopo 3 anni mi giunse una notifica da parte della procura di Udine, casualmente poco dopo il mio rientro dalla manifestazione a Roma, nella quale mi avvisarono che non fui l’unico ad essere stato truffato. La truffa coinvolgeva anche l’erario, così mi fu permesso di costituirmi parte civile e il processo va ancora avanti. La prossima udienza sarà a ottobre di quest’anno. Io la mia prima denuncia la feci nel 2007.
A fine ottobre del 2006 avevo ancora problemi di salute e dolori addominali. Durante gli esami di controllo uscì fuori che avevo contratto l’epatite C, che nulla aveva a che fare con i dolori allo stomaco.
Cominciano le visite e le cure: mi consigliarono di perdere almeno 15 kg per poter affrontare la terapia con maggiore possibilità di guarigione. Mi prescrissero cinque compresse di Vibapirina e una iniezione di Interferone alla settimana. Trentamila euro di medicine a carico dello stato.
- Come hai fatto a prendere l’epatite C?
- Nel 73 e nel 79 ho ricevuto trasfusioni. L’infezione arrivò dal sangue.
- Ci hai messo così tanti anni per scoprirla?
- 35 anni!
- E tu per 35 anni hai convissuto con l’epatite e non te ne sei mai accorto?
- No. Tante volte ho fatto analisi e non è mai uscito niente. Non ho mai fatto la ricerca dell’epatite. Dipende dai parametri. Se alti allora viene richiesta. Quando è successa sta cosa mia moglie mi ha trattato come un lebbroso. Grazie a Dio ne sono uscito fuori. Non toccare questo… tutti i santi giorni la stessa musica… gira e rigira voleva sempre la ragione lei… prendevo e me ne andavo via. Quando ritornavo lei da una parte io dall’altra.

- Quindi chiedesti il risarcimento per l’epatite?
- Sì. Ma non mi fu riconosciuto. Passai una visita all’ospedale militare di medicina legale di Padova.
- Dici che scrissero cose non vere?
- Caspita! Sono elencate nel documento.
- E perché?
- Non lo so.
- Forse per non riconoscerti i danni?
- È chiaro. Loro fanno come gli viene ordinato. Lavorano per lo stato.

All’ospedale di Udine dissero che l’alto tasso di infezione poteva essere dovuto a delle trasfusioni e mi consigliarono di presentare ricordo perché mi sarebbe spettato un risarcimento. Alla visita del 02-04-2009 portai con me la cartella clinica della Germania dove ero stato operato alla milza, dalla quale si evinceva chiaramente che non avevo avuto trasfusioni, oltre a quelle dell’Ospedale di Mesagne, dove invece ne avevo ricevute diverse. Nella loro relazione finale scrissero l’esatto contrario.

- È chiaro che hanno barato intenzionalmente per non riconoscerti nulla
.
La storia continua, il 2007 ancora non e finito.

 

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