mercoledì 7 agosto 2013

La mia azione dimostrativa e il divorzio da mia moglie.


Nei primi di Aprile del 2010, siccome nessuno rispondeva alle mie domande riguardanti il processo, decisi di mettere in moto un’azione dimostrativa. Andai in macchina a Mesagne, intenzionato a minacciare qualcuno per tirare fuori una volta per tutte la verità su questa storia, anche a costo di sfoderare un’arma. Dormivo in macchina e per difendermi avevo con me una balestra… Stetti un po’ di sere vicino agli studi dei due avvocati che non volevano che si facesse questo processo. Erano però sempre in compagnia di qualcuno, non riuscii mai a beccarli da soli. Gli avrei spezzato le gambe tranquillamente tant’ero infuriato.
Il 22 aprile mi fermarono i Carabinieri di Mesagne, allertati da mia moglie, la quale si era presentata in caserma per sporgere denuncia e nella stessa dichiarò che ero andato via di casa con l’intenzione di farmi giustizia da solo. Il comandante mi riconobbe e mi portò con lui in caserma. Gli raccontai quello che stava succedendo e mi volle liquidare dicendomi di tornare a casa, che le cose si sarebbero sistemate. In fine mi domandò se avevo armi. Con voce un po’ altezzosa gli risposi: “Io? Ma certo che no!”, proprio con l’intenzione di far intendere il contrario. Mandò così il maresciallo a perquisire la mia macchina. Trovarono una balestra (scacciacani) con i vari dardi e un coltello da campagna, messi da me volutamente! Sequestrata la roba chiamarono un magistrato da Brindisi, che arrivato ha voluto sapere il tutto e gli spiegai io personalmente. 
A questo punto mi hanno consigliato di tornare a casa e che avrebbero avvisato i vari enti di aiutarmi.
Appena mi rilasciarono tornai su a Udine e andai dall'assistente sociale per spiegargli il fatto che mi dovevano aiutare. Questa mi dice di preparare tutti i documenti, per vedere se ne avevo il diritto. Ancora una volta preso in giro andai in caserma a Cervignano. Spiegai la situazione e il maresciallo mi spiegò che forse non avevano ancora ricevuto la lettera dalla procura. Aspettai qualche giorno per vedere se sta lettera arrivava. Quando tornai, dall'assistente sociale mi disse di preparare comunque i documenti, e così feci. L’aiuto mi arrivò molto tempo dopo: 140 euro per sei mesi! Io per vivere avevo 5 euro al giorno, poi agli immigrati gliene danno 25! Con questa miseria io dovevo pagare tutte le spese e mangiare! I soldi finirono…
Mi ritrovavo con due pesanti denunce da parte di mia moglie, in quanto erano iniziati i problemi in famiglia e arrivammo alla separazione. Ad Agosto del 2010 venni contattato dall’Avvocato di mia moglie e mi disse che la separazione si sarebbe effettuata come in comune accordo. L’accordo era che mia moglie mi avrebbe dovuto dare una somma per andare via da casa, ma al momento della firma in tribunale mi venne detto che i soldi li avrei avuti con la divisione dei beni, per cui bisognava aspettare ancora. Però secondo loro sarei dovuto andare via di casa lo stesso, senza un soldo. Tanto cosa interessa a giudici e avvocati che io viva in mezzo alla strada! Io mi impuntai: non me ne sarei andato via di casa finché non mi avrebbe dato i soldi che mi spettavano, che in confronto a ciò che le lasciavo non aveva paragoni. A questo punto mia moglie lascia passare due giorni, poi chiama i Carabinieri, pensando che mi avrebbero sbattuto fuori di casa. I carabinieri per mia fortuna dissero che sarei dovuto rimanere in casa finché il problema non si fosse risolto. Inviai una lettera di rimprovero al mio avvocato, ma lei mi rispose di trovarmene un altro, perché lei lasciava l’incarico. Finalmente il 22 dicembre del 2010 mia moglie mi consegnò i soldi, ma erano molto inferiori alla somma stabilita. Nonostante questo li accetto e il giorno dopo me ne andai via di casa. Con la miseria che mi aveva lasciato non potevo di certo comprarmi una casa o prenderne una in affitto. Comprai così un camper usato, in ci vivo tutt’ora qui a Udine, con 4-5 gradi sotto zero d’inverno e 35-40 d’estate! Ho lasciato tutto a mia moglie. In seguito, son tonando a Brindisi, chiesi il certificato carico pendenti, il 335 CPP e scoprii che quel giorno l’atto dimostrativo mi costò solo una denuncia. Per questa denuncia mi fornirono un loro un avvocato, lo contattai e disse che dovevano fare prima le indagini, dopo non sentii più. L’11 Dicembre del 2011 chiesi il certificato penale scoprii che il caso era stato archiviato e io risultavo pulito.

 

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